La Collezione Marco Antonetto racchiude una delle più ricche raccolte di fotografia degli
esordi. Di particolare interesse è l’ampia selezione di vedute romane presentate in mostra.
Attraverso un percorso cronologico e tematico che prende avvio dagli albori della tecnica
fotografica, la mostra e il rispettivo catalogo accompagnano il lettore attraverso la città eterna, immortalata dagli scatti di fotografi tanto illustri quanto diversi per abilità tecnica e gusto estetico, tra i quali Frédéric Flacheron, Louis-Auguste Bisson, Philibert Perraud, Lorenzo Suscipj, Stefano Lecchi e Pierre-Ambroise Richebourg.
Pur non esaurendo tutta la storia della fotografia romana delle origini, la selezione delle opere in catalogo offre la possibilità di indagare e approfondire il carattere e le specificità dell’attività fotografica nella Roma preunitaria, dalle prime prove al dagherrotipo, dalla sperimentazione dei negativi su carta fino alla nascita degli studi fotografici professionali e alla creazione dei repertori di immagini più diffusi e affermati sul mercato internazionale.
Nella Collezione Marco Antonetto viene messa a fuoco soprattutto la produzione «vedutistica », che è d’altronde quella che ha caratterizzato la più precoce attività fotografica nella città e che, a differenza degli sviluppi che la fotografia ebbe in altre regioni italiane, costituirà l’aspetto più tipico della fotografia romana anche nei decenni successivi. Questa produzione deve il suo successo al ruolo primario di Roma quale città d’arte e di antichità e, fino alla fine dell’Ottocento, polo culturale per l’aristocrazia e la nascente borghesia europea, nonché per intellettuali, eruditi, letterati e artisti di tutto il mondo occidentale.